Dottorato in Storia, prassi e tecnologie della musica
Progetto formativo
Il progetto formativo del corso intende mettere a confronto i tre aspetti in cui si articolano i diversi curricula del corso dottorale. Il primo di essi, Storia, filologia, contesto, liturgia, analisi e prassi dei manoscritti beneventani, intende formare ricercatori e performer in grado di misurarsi con manoscritti in scrittura e notazione beneventane nei luoghi di attuale conservazione (Archivio di Stato e Biblioteca capitolare di Benevento, Abbazia di Montecassino in primis), attraverso i metodi della filologia, storia, liturgia, digital studies (studi digitali), performance practice (prassi esecutiva), al fine di favorirne la conoscenza delle loro complesse matrici culturali, indagare sui fenomeni di trasmissione orale e incoraggiarne l’esecuzione consapevole. Il secondo, Prassi del jazz e del pop rock, intende stimolare ricerche sulla musica della contemporaneità alla luce delle sue peculiari problematiche filologiche e performative, anche attraverso il contatto diretto con artisti nazionali e internazionali. Il terzo, Tecnologie di manipolazione del suono, registrazione e missaggio, si prefigge di formare tecnici ricercatori in grado di riflettere criticamente e di indagare sulle modalità di registrazione del suono alla luce delle problematiche poste da ciascun brano appartenente a epoche diverse, anche grazie alle possibilità offerte dallo studio di registrazione ospitato dal Conservatorio di Benevento e da accordi con i principali studi di registrazioni italiani. In breve, il dottorato in Storia, prassi e tecnologie della musica vuole formare musicisti e ricercatori consapevoli dell’interazione reciproca tra un brano musicale (e tutte le problematiche contestuali, storiche e filologiche ad esso connesse), la sua performance sonora negli spazi consoni per i quali fu pensato, e la tecnologia di registrazione, imprescindibile, attraverso cui oggi si fruisce la musica nella grandissima maggioranza dei casi. Questo terzo aspetto, nel caso della musica dei nostri giorni, non si limita a registrare l’onda sonora, ma entra a far parte anche delle performance attraverso l’uso di strumentazioni inizialmente pensate per altri scopi (come il microfono, o le casse, o l’autotune): la tecnologia di registrazione applicata alla performance musicale acquista dunque un doppio livello d’uso di cui la ricerca è sempre più cosciente, e che rende la tecnologia di registrazione molto più simile a uno strumento musicale di quanto possa pensare un ascoltatore ingenuo. Allo stesso modo lo spazio in cui avviene la performance risulta — come da tempo chiaro alla ricerca accademica — esserne un elemento costitutivo, che deve essere percepito attraverso la registrazione. Si tratta quindi di ripensare e di indagare, per ciascun ambito, alla luce di un pensiero storico-critico, tecnico-analitico e socio-culturale scientificamente informato, il ruolo effettivo che gioca nelle diverse epoche ogni elemento del testo musicale e in che modo si relaziona con tutti gli altri e col contesto esterno, creando quel tessuto di significati che il singolo musicista è chiamato a concretare nell’atto dell’esecuzione. In questo senso sono pensati i corsi dottorali seminariali pensati per ogni curriculum, aperti alle pratiche più avanzate di ricerca dai maggiori specialisti di ogni settore. È largamente incoraggiata la partecipazione incrociata di tutti i dottorandi ai corsi specifici di ciascun curriculum, essendo l’interdisciplinarietà e la multimedialità dell’approccio la cifra costitutiva di questo specifico corso dottorale.